Appunti del mio viaggio in Israele: di Tel Aviv e Gerusalemme, del mercato di Akko e del lago di Tiberiade, di Hannukah, kibbutz, ebrei ortodossi e tradizioni
16 gennaio 2023
Continuo a procrastinare il racconto del mio viaggio in Israele, perché non mi è facile parlare di questo Paese tanto antico quanto contraddittorio, di un luogo che sta diventando la mia seconda casa, la cui lingua mi risulta pian piano sempre più famigliare, un Paese che sto imparando a conoscere, con lentezza, combattendo la mia indole famelica che mi porta a divorare un luogo per poi passare al successivo.
Di Israele so poco o nulla, della sua storia conosco gli eventi studiati sui libri di testo, che non raccontano davvero com’è vivere in un Paese dove si parlano tre lingue e si praticano tre religioni, dove i muri servono ancora a dividere e i confini sono netti come marchi a fuoco sulla pelle. Come si può imparare a vivere nel conflitto, a sentirsi insicuri nella propria casa, a vedere il nemico nel proprio vicino, a combattere per una causa che ha radici antiche, ma non dà frutti? Come posso raccontare di un luogo che non posso capire, ma che voglio conoscere?
Dei miei 10 giorni in Israele ho trascorso due notti a Tel Aviv e una notte a Gerusalemme. Il resto del tempo l’ho passato facendo gite in giornata e tenendo come base Kinneret, una cittadina che si affaccia sul lago di Tiberiade, dove vive la famiglia del mio compagno.
Cosa vedere in Israele, tra Tel Aviv, Gerusalemme e la Galilea
Akko (Acri)
Akko, o Acri, è una delle città più antiche del Medio Oriente. Situata a poca distanza da Haifa su una penisola che dà sul Mediterraneo, è stata inserita nel 2001 tra i Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO. Ad Akko non c’è moltissimo da fare, ma l’atmosfera che si respira tra le mura della città vecchia, tra le bancarelle del mercato, i vicoli intrisi dei profumi delle spezie, la bellezza dei minareti e delle chiese affrescate la rendono una meta ideale per una gita in giornata.
Si dice che da Hummus Said si mangi l’hummus più buono di Akko. Anzi, qui è tipica la varietà di hummus detta mashawsha, sempre a base di ceci, ma con una diversa consistenza. Proprio di fronte noterete una bancarella di dolci, Beshtawe Sweets, dove provare il knafeh, un dolce a base di pasta a fili sottili imbevuta di sciroppo dolce con all’interno del formaggio.
Per dei souvenir artigianali, consiglio di fare una tappa da Naomeh Art Gallery.
Giardini Baha’i di Haifa
La vista che si gode dalla cima dei Giardini Baha’i vale da sola una sosta ad Haifa, città portuale alle pendici del Monte Carmelo. Questi giardini pensili formati da 18 terrazze che si snodano per circa un km lungo la pendenza del monte, hanno come fulcro il Mausoleo del Báb, fondatore del bábismo, un movimento religioso fiorito in Persa nella metà del XIX secolo. Tra i principi fondamentali di questa religione troviamo la fede in un solo Dio, l’uguaglianza di tutti gli essere umani uomini e donne (un’idea rivoluzionaria per l’epoca) e la convinzione che nella storia siano apparsi sulla Terra numerosi profeti, come Abramo, Mosé, Buddha, Gesù e Maometto.
Al giorno d’oggi ci sono tra i cinque e i sei milioni di seguaci del bahaismo e tradizione vuole che almeno una volta nella vita si venga in pellegrinaggio ad Haifa e ad Akko, dove si trova il Mausoleo di Baha’ullah.
Ad Haifa, non perdetevi i dolci di Shemo Bakery. Noi siamo stati durante Hannukah quando tutte le panetterie e pasticcerie sfornano i sufganiyah: frittelle ripiene simili al bombolone. Sublimi!
Le grotte di Rosh HaNikra
È possibile visitare questa conformazione di bianche rocce calcaree al confine tra Israele e Libano, scendendo con una funivia fino alla base delle scogliere ed entrando all’interno delle grotte scolpite dalle onde irruente del mare. Non posso dire che le grotte di Rosh HaNikra siano uno spettacolo unico nel suo genere, ma è un sito turistico molto apprezzato, soprattutto dalle famiglie.
Tel Aviv
Sapevo che avrei amato Tel Aviv, questa città giovane, dinamica e cosmopolita. Ho amato il mercato delle pulci di Giaffa, i murales, i negozi di antiquariato e le botteghe di dolci e street food, il profumo del mare, le spiagge infinite, i quartieri moderni. Non ho amato la haute cuisine, i prezzi folli, il traffico ancora più folle e la pioggia torrenziale che mi ha permesso di esplorare solo una parte della città.
C’è molto da vivere a Tal Aviv, dai vicoli di Giaffa, antica città portuale con il suo retaggio arabo, al quartiere Neve Tzedek, il più antico della città, con i suoi cafe alla moda e le botteghe di artigianato, fino a Florentin, quartiere degli artisti. E come non nominare l’architettura Bauhaus e le infinite spiagge, affiancate da un lungomare dove passeggiare cullati dal rumore delle onde.
Non sono purtroppo riuscita a vedere il celebre Carmel Market, ma sono stata nel mercato del Porto Vecchio e in quello di Sarona, un quartiere fondato da immigrati tedeschi nella seconda metà del XIX secolo, che oggi ospita uffici, bar, ristoranti, negozi e l’omonimo mercato coperto, ideale per una pausa street food.
Al Sarona Market ho provato la celebre pita ripiena “high end” di Miznon, locale con diverse sedi in Israele e all’estero. Sebbene i ripieni siano molto interessanti, non ho trovato questa pita più buona della classica pita shawarma o pita falafel che si trovano nei mercati e nelle catene in giro per il Paese (e che sono nettamente più economici).
Per un thailandese molto buono consiglio Thai at Har Sinai, mentre sconsiglio ristoranti haut cuisine che solitamente sono molto cari rispetto alla qualità che ci si può aspettare da un ristorante di livello (almeno per gli standard italiani), mentre lo street food e i ristoranti mediorientali sono più economici e decisamente più buoni.
Gerusalemme
Di Gerusalemme c’è molto da dire e ho preferito dedicare a questa città crocevia di culture e religioni un articolo a parte: Due giorni a Gerusalemme, la Città Santa crocevia di religioni, tra luoghi sacri, mercati colorati, ceramiche armene e monumenti alla memoria
Tsfat (Safed)
Abbarbicata in cima a una montagna, la cittadina di Tsfat nella Galilea Superiore è un luogo ricco di storia e misticismo. Abitata da un gran numero di ebrei chassidim, artisti ed ex hippy trasferitisi negli anni ’60 alla ricerca di spiritualità, questa cittadina è un posto affascinante dove perdersi qualche ora, passeggiando tra i vicoli della città vecchia, le antiche sinagoghe, i negozi di artigianato e le botteghe degli artisti, cafe dall’aria bohémienne e case costruite in pietra di Gerusalemme.
Tsfat è il posto ideale dove fare incetta di souvenir, tra quadri, gioielli e oggetti di artigianato locale avrete solo l’imbarazzo della scelta.
Consiglio di fare un salto da Safed Candles Gallery, un negozio di candele artigianali dove troverete le tipiche candele da accendere per lo Shabbat e candele dalle forme e colori più disparati.
Parco Nazionale di Beit She’an
Le rovine di epoca romana di Beit She’an ancora perfettamente conservate sono una specchio sulla vita della zona all’epoca romana. Qui troviamo un teatro da 7000 posti, terme e bagni pubblici, la strada principale della città fiancheggiata da colonne. Con una breve camminata è possibile vedere le rovine dall’alto e, con un po’ di immaginazione, rievocare la vita dell’epoca.
Lago di Tiberiade
Il lago di acqua dolce più grande di Israele è il luogo dove si ritiene che Gesù abbia compiuto alcuni dei suoi miracoli più famosi, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci o la camminata sulle acque. Ed è nel vicino fiume Giordano che troviamo Yardenit, il sito battesimale amministrato dal Kibbutz Kinneret dove ogni anno pellegrini cristiani da ogni angolo del mondo arrivano per essere battezzati nel luogo dove si ritiene che Giovanni Battista abbia battezzato Gesù.
A 1 km da Yardenit si trova invece il Kibbutz Degania Alef, il primo kibbutz al mondo fondato nel 1910 e tutt’oggi in attività.
Alcuni posti dove mangiare in zona sono:
I kibbutz sono delle vere e proprie comunità nate in Israele all’inizio del XX secolo dagli ideali socialisti di eguaglianza. In un kibbutz tutti sono tenuti a lavorare e non esiste proprietà privata, i beni come casa, cibo e vestiti vengono garantiti in cambio del lavoro svolto per il bene della comunità. Il primo kibbutz, Degania, venne fondato nel 1909 ed è attivo tutt’oggi, sebbene non con gli stessi principi di un tempo. Oggi i kibbutz sono ancora delle comunità, ma alla stregua dei nostri villaggi o quartieri. Per vivere all’interno di un kibbutz è necessario superare degli esami per verificare l’idoneità a farne parte. Allo stesso modo oggigiorno non esiste più la proprietà collettiva, ma per vivere all’interno del kibbutz è necessario pagare l’affitto o acquistare una casa.
Ho ancora molto da vedere in Israele, da Masada e il Mar Morto, al deserto fino a Eilat, città turistica sul Mar Rosso e le alture del Golan a Nord. Non ho visto la Cisgiordania, altro luogo che richiede tempo e attenzione. Lascio questo Paese con la certezza che tornerò e che esplorerò tutto quello che mi manca, cucendo un nuovo pezzetto di me a questa terra.
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SMM and Content Creator, part-time mermaid, hopeless writer
Lover of whales, anatomical hearts and Sylvia Plath
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