Cascais, Cabo da Roca e Sintra: 3 giorni nei dintorni di Lisbona

5 febbraio 2021

“Aqui... Onde a terra se acaba e o mar começa...” 
“Qui... Dove la terra finisce e il mare comincia…”

È questa la frase incisa sulla lapide del monumento in pietra che svetta su Cabo da Roca, l’aspro promontorio che costituisce il punto più occidentale del continente europeo. Ho deciso di raggiungerlo prendendo l’autobus di linea che collega la cittadina costiera di Cascais a Sintra, la famosissima sede del Palácio da Pena e di altre meraviglie a 30 km da Lisbona.

Il mio obiettivo iniziale mentre programmavo il mio soggiorno di 8 giorni in Portogallo, era quello di fare base a Lisbona, visitare la città con calma, godermi ogni momento senza fretta e approfittare dei rimanenti giorni per esplorare i dintorni della capitale. Le scelte si sono rivelate molteplici: avrei voluto visitare l’entroterra, Évora, spingermi verso il nord, visitando le cittadine sulla costa come Ericeira, fare tappa a Óbidos e spingermi fino a Peniche per trascorrere una giornata sulle isole Berlengas, raggiungere Nazaré e ammirare le sue famigerate onde, la città universitaria di Coimbra, Aveiro, denominata la Venezia portoghese e, infine, Porto, città del nord dai blu azulejos.

L’itinerario sembrava perfetto, non fosse stato per il tempo tiranno che mi tirava i capelli, facendomi tornare alla cruda realtà. Decido quindi di rimanere ancora a Lisbona e ne esploro le cittadine limitrofe: trascorro una giornata a Cascais, da cui mi spingo fino a Cabo da Roca e due giorni a Sintra.

Cascais e Cabo da Roca

Cascais è una cittadina balneare affacciata sul mare situata a una trentina di chilometri da Lisbona e raggiungibile in 40 minuti con la linea Lisbona-Cascais dalla stazione Cais do Sodré, di fianco al Mercado da Ribeira. 
Appena fuori dalla stazione siamo subito in centro, attraversiamo la stradina principale costellata di casette colorate, bar e negozi di souvenir. L’acciottolato a onde bianche e blu e i fari colorati che adornano gli angoli delle strade ci conducono fino a una spiaggetta dove, nonostante sia ottobre, le persone prendono il sole e i bambini giocano sulla sabbia. Le spiagge di Cascais si popolano soprattutto i weekend d’estate dove è quasi impossibile ricavare un posto in mezzo alla folla di giovani e famiglie. Il Portogallo è il paese con più giornate di sole all’anno ed è stato a Cascais che ho avuto il pieno sentore di trovarmi in una città di mare: i gabbiani, l’odore di salsedine, i fari, il lungomare, il sole che brucia le spalle e la faccia sono tra i ricordi più cari che serbo del mio soggiorno.

Cascais
Cascais
Cascais
Cascais
Cascais
Cascais

Dal centro di Cascais si può proseguire sul lungomare e raggiungere Estoril, un’altra cittadina balneare, oppure si può decidere, come nel mio caso, di dirigersi verso ovest e percorrere una strada panoramica che costeggia l’oceano. A poco a poco si comincia a scorgere un terreno brullo costellato di sterpaglie e rocce dal colore rossastro che scendono a picco nel mare solcato dalle onde.

Dopo circa 15 minuti giungiamo a Boca do Inferno, una spaccatura nella roccia formatasi dall’imperterrito infrangersi delle onde che hanno portato alla creazione di un arco di pietra naturale. Rimango interi minuti appollaiata sulla terrazza panoramica spingendo lo sguardo verso ovest, vedo un faro, la strada continua, sembra non finire mai. Mi accorgo che il sole comincia a scottare davvero, vedo un bar dove trovo ristoro, una birra, la popolarissima Super Bock e riprendo la strada di ritorno verso il centro di Cascais. Quel faro in lontananza dovrà attendere.

Cascais
Verso la Boca do Inferno
Boca do Inferno
Boca do Inferno
Verso la Boca do Inferno
Boca do Inferno

Mi dirigo verso la stazione e salgo sull’autobus 403 diretto a Sintra. La mia meta è, però Cabo da Roca, tappa intermedia del tragitto. Si impiegano 45 minuti per arrivare sulla cima del promontorio, pian piano risaliamo le strette strade collinari, il sole lascia il posto a delle nuvole grigie, al vento, al freddo. In poco più di 10 minuti ci ritroviamo in un paesaggio più simile alle coste irlandesi che al mare portoghese di cui ci si è beati fino a pochi minuti prima. 

La prima cosa che penso appena scesa dall’autobus è “fortuna che mi sono portata un k-way”. Il vento è infatti fortissimo, non ci è dato sapere se le goccioline che colpiscono il viso siano frutto della pioggia o siano gocce del mare trascinate dalla forza del vento.

Cabo da Roca
Cabo da Roca
Cabo da Roca
Cabo da Roca

Sebbene sia uno dei luoghi già visitati del paese, l’atmosfera è apocalittica e selvaggia. Una nebbia copre il faro e le poche strutture presenti, una staccionata ci divide dalla ripida discesa della scogliera battuta dalle onde. Mi incammino incalzata dal vento con il cappuccio legato il più strettamente possibile attorno al viso. A poco a poco la nebbia si dirada e lo spettacolo è incredibile, la potenza della natura, la bellezza di un luogo ai confini del mondo ci fanno sentire piccoli, così come dovrebbe essere, in ginocchio di fronte a un mondo crudele e bellissimo.
Mi fermo nel negozio di souvenir, acquisto una calamita, raccolgo un piccolo sassolino da terra, ancora umido per via dei rimasugli delle onde, una piccola parte di Cabo da Roca che porto a casa con me.

Torno alla calma del mare di Cascais, la giornata volge al termine, compro qualcosa con cui riempirmi lo stomaco mentre assisto al tramonto, le persone lasciano la spiaggia, i gabbiani si accaparrano i rimasugli di qualche pranzo al sacco, l’aria si fa più fredda mentre mi avvolgo una sciarpa attorno alle spalle e mi maledico per non aver portato la crema protezione 50.

Cabo da Roca
Cabo da Roca
Cabo da Roca
Cabo da Roca

Due giorni a Sintra, la città da fiaba a pochi chilometri da Lisbona

Giorno 1: Palácio e Parque Nacional da Pena

Partiamo dalla stazione di Lisbona Rossio e arriviamo a Sintra dopo circa 40 minuti. La stazione è perfettamente in centro, la cittadina è incastonata nelle colline, le vie strette ricche di locali e negozi di souvenir. La prima costruzione che si nota è il Palácio Nacional da Sintra dai tipici camini inconfondibili.

Le attrazioni più interessanti, però, si trovano fuori dal centro città ed è indispensabile prendere l’autobus o uno dei tantissimi tuk tuk appostati fuori dalla stazione dei treni per raggiungerli.

Gli autobus numero 434 e 435 seguono un percorso a cerchio toccando, rispettivamente, il Castelo dos Mouros e il Palácio Nacional da Pena, la Quinta da Regaleira (raggiungibile a piedi dal centro), il Palácio de Monserrate.

Centro di Sintra
Centro di Sintra
Palácio Nacional da Sintra
Palácio Nacional da Sintra

Ci inerpichiamo con l’autobus 434 lungo la ripida salita che porta al Palácio e Parque Nacional da Pena, un parco immenso cui dedicare almeno mezza giornata per girarlo in lungo e in largo. Il palazzo venne costruito nel 1840 sopra le macerie di un convento, si visita in 30 minuti, ma la vera bellezza è l’esterno, dove un profluvio di stili, dal gotico al manuelino, dall’arabo al barocco, convivono e rendono questo luogo una delle 7 meraviglie del Portogallo, nonché Patrimonio dell’Unesco. Dal retro del palazzo si può scorgere il Castelo dos Mouros, le sue mura a spirale che ricordano un drago che si avvolge su se stesso.

Palácio Nacional da Pena
Palácio Nacional da Pena
Castelo dos Mouros
Castelo dos Mouros
Palácio Nacional da Pena
Palácio Nacional da Pena
Parque Nacional da Pena
Parque Nacional da Pena
Parque Nacional da Pena
Parque Nacional da Pena
Parque Nacional da Pena
Parque Nacional da Pena
Chalet della Contessa d’Edla
Chalet della Contessa d’Edla
Palácio Nacional da Pena
Palácio Nacional da Pena

Prendetevi del tempo e passeggiate all’interno del parco, seguite le indicazioni che portano allo Chalet della Contessa d’Edla, potrete cimentarvi nella scarpinata che porta al punto panoramico Cruz Alta, o dirigervi verso la serra, la stalla dei cavalli, trovando lungo il tragitto costruzioni arabeggianti, torrette che spuntano da uno stagno, ponticelli, rivi d’acqua e rampicanti che vi faranno sentire in una fiaba.

Il sole scende all'orizzonte, è ora di tornare verso la città e approfittare delle calme ore serali per godersi questa cittadina turistica, ma tranquilla, mentre il sole lascia il posto all'atmosfera notturna, i negozi chiudono e lo stomaco comincia a farsi sentire. Per cena decido di mangiare presso Tascantiga, un locale moderno e accogliente dove ho assaggiato delle tapas molto buone.

Giorno 2: Quinta da Regaleira e Palácio de Monserrate

Il secondo giorno decido di recarmi a piedi alla Quinta da Regaleira, una tenuta costituita da un palazzo, Palácio da Regaleira, giardini, grotte, statue, laghi e tempietti.
Tra le attrazioni principali troviamo il Poço Iniciático, un pozzo con una scala a spirale che scende fino a 30 metri di profondità. Salite sulle torrette per ammirare la vista su Sintra, scendete nel pozzo per poi risalire attraverso cunicoli scavati nelle rocce, attraversate ponticelli sospesi su ruscelli e cascate, prendetevi del tempo per godervi questo luogo che sembra ricavato dalle storie di un libro di fiabe.

Palácio da Regaleira
Palácio da Regaleira
Poço Iniciático
Poço Iniciático

Da lì, prendendo l’autobus 435, si raggiunge il Palácio de Monserrate, un altro luogo fatato, un palazzo del XIV secolo circondato da giardini, piante esotiche e cascate, dove perdersi per almeno un paio d’ore.

In fondo al giardino, di fianco a una foresta di felci, si scorge una rovina, la Ruína, che sembra uscita da un racconto fantasy, dove il tempo sembra essersi fermato.

Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
Palácio de Monserrate
La Ruína
La Ruína
La Ruína
La Ruína
La Ruína
La Ruína
La Ruína
La Ruína

La giornata giunge ormai al termine, una delle escursioni che mi rammarico di non aver avuto il tempo di fare è il trekking che dal Castelo dos Mouros porta a Villa Sassetti. Avrei poi chiamato un tuk tuk per giungere al Convento dos Capuchos, un convento di frati cappuccini nascosto tra i boschi risalente al XVI secolo non raggiungibile con i mezzi pubblici.

Dobbiamo invece riprendere il treno per tornare a Lisbona, ma prima, per addolcire il ritorno, ci fermiamo presso Casa Piriquita, una pasticceria molto rinomata dove assaggiare i tipici pasteis de Sintra (che non hanno nulla a che vedere con i pasteis de nata), la queijada de Sintra (pasticcini di uovo e formaggio fresco) e i travesseiro (millefoglie ripiene di tuorlo d’uovo e mandorle).

Casa Piriquita
Casa Piriquita

Saliamo sul treno alla volta di Lisbona, con gli occhia ancora pieni di meraviglia e il cuore gonfio di nostalgia per posti ancora da vedere, in cui tornare. Alla prossima favola.


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Elisabetta Marini

SMM and Content Creator, part-time mermaid, hopeless writer
Lover of whales, anatomical hearts and Sylvia Plath
Based in Italy

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