Dedica a me stessa

16 agosto 2022

Ogni volta che sarai agitata, ansiosa, irrequieta, ogni volta che avrai paura della tua ombra e del tempo che passa, ogni volta che penserai di essere ferma mentre il mondo corre, ogni volta che ti senterai invisibile, in cui le persone ti ignoreranno e l’universo sembrerà calpestarti, voglio che tu sappia una cosa.

Voglio che ti immagini quello per cui stai lottando da tutta la vita. Non hai mai saputo cosa fosse e hai vagato alla cieca per tanti anni alla ricerca di quel pezzo di puzzle che ti mancava, vero? Hai vagato per città e paesi, per letti sconosciuti e relazioni sbagliate. E anche ora che una sorta di quieta felicità sembra alla tua portata, anche adesso l’istinto di fuggire è forte, perché è meglio cercare per sempre che essere delusi da ciò che si ha trovato. È meglio continuare a correre, rimanere senza fiato e senza forza, che essere inghiottiti dalle sabbie mobili.

Ma la verità è che forse non avevi perso nulla, nulla ti mancava che non fosse già dentro di te. È solo così dannatamente difficile vedersi che trovarsi sembra impossibile. È così difficile fermarsi e pensare che è tutto qui.

Guardarsi allo specchio e accettare che la tua vita è questa, che cambiare radicalmente forse non è più possibile, che l’adolescenza è passata e ora è il momento di fare i conti con il resto della vita, quella seria, quella dei mutui e delle responsabilità.

Eppure, in tutto questo vortice di ansie e paure, in questo dilemma infernale tra l’immobilità e la fuga, voglio che immagini questo: una casa luminosa, dalle pareti bianche, il sole che filtra dalle finestre. È ancora vuota perché è all’inizio della sua vita, tanti anni le mancano perché si riempia, di oggetti, esperienze, risate, pianti, momenti di ogni giorno.

Poche cose si possono trovare in questo luogo appena nato: una libreria da sistemare, un divano da poco disimballato, una pianta acquistata in un momento di feroce ottimismo. Ci sono libri, molti libri. C’è una parete bianca lasciata libera apposta e una macchina fotografica su un cavalletto, pronta per nuovi esperimenti, per catturare momenti, per diventare strumento in mani esplorative.

C’è la tua persona nell’altra stanza, la persona con cui hai deciso di condividere tutta questa luce che entra dalle finestre, il divano scelto all’Ikea, i libri che aspettano di essere sistemati, i quadri alle pareti, le piante, un giorno anche un cane e dei bambini.

E va tutto bene perché non manca nulla, e quello che manca arriverà. Puoi ancora agitarti, puoi prendere gli ansiolitici per dormire e aggrapparti alla tua persona per calmarti, ma va tutto bene. Perché sei in un posto luminoso e hai tanti altri posti luminosi che ti aspettano, da esplorare e da cui fuggire se non ti piaceranno. 

Leggerai parole di altri che ti calmeranno e ti rassicureranno in un luogo che potrai chiamare tuo. Un luogo a cui tornare senza timore. Potrai scrivere tutte le parole che non troverai nei libri perché solo tu potrai trovare le parole per rassicurare te stessa nel profondo, quando tutte le altre parole al mondo non basteranno.

Scriverai per te stessa, e se qualcuno ti leggerà sarà solo un effetto collaterale. Scriverai e la scrittura sarà il migliore dei sonniferi.

Scriverai ogni volta che avrai bisogno di ricordarti chi sei e sarà la cura migliore perché guarire è un esercizio e la vita un tema senza consegna.


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Elisabetta Marini

SMM and Content Creator, part-time mermaid, hopeless writer
Lover of whales, anatomical hearts and Sylvia Plath
Based in Italy

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