Itinerario a Londra, tra posti classici e insoliti: mercati, street food e gite fuori porta
14 maggio 2021
Pensieri sparsi su Londra: il primo viaggio dopo un periodo bruttissimo, l’umidità, i chilometri a piedi con scarpe inadatte, i pub, la sensazione di essere un pochino più al centro del mondo (e di me stessa), Camden Town, le librerie, i mercati, i bagel e il pie and mash. Sentirsi felici nonostante la pioggia, basta prendere un aereo e camminare.
Ho sempre considerato Londra una sorta di “capitale d’Europa”, il posto dove andare per sentirsi vibrare con l’energia di una metropoli, dove il grigio e la pioggia diventano romantici anziché tetri, dove ogni angolo è pieno di possibilità.
Gli itinerari e le guide della città si sprecano. Ogni inclinazione trova la propria dimensione: chi ama la storia potrà visitare i musei e i palazzi della Londra Reale, chi ha un animo gotico potrà fare un tour per la Londra vittoriana di Jack lo Squartatore, gli alternativi troveranno terreno fertile in Camden Town.
Sono stata a Londra in due diverse occasioni, prendendomi il tempo per esplorare la città senza l'ansia del visitare, ma con la speranza di vivere e respirare un'aria diversa, nuova, che mi facesse recuperare la dimensione delle cose (e un po' anche la mia). Ho deciso di lasciar perdere gli itinerari giorno per giorno e liste di “cose da fare”, “da non perdere”, “i must-see della città”. Voglio tracciare una cartina tematica dei ricordi che mi hanno fatto amare e appassionare a Londra, a questa capitale roboante, multietnica, giovane, speranzosa, viva, tanto da desiderare di tornarci lo stesso anno.
I mercati: Brick Lane, Spitafields e Camden Town
Questo articolo comincia, ahimé, con una piccola delusione: la chiusura del Cereal Killer Café di Brick Lane, nell’East End londinese. Questo locale di origine statunitense vende esclusivamente cereali: oltre 120 varietà, provenienti da tutto il mondo. Ricordo la valanga di colori provenienti dalle scatole di cereali in bella vista dietro il bancone, la sala dove consumare la propria “ceral bowl”, un inno agli anni ’80-’90 con file di videocassette a ricordarci l’infanzia, giocattoli vintage e musiche storiche. Sono fiduciosa che troverà un’altra casa nella capitale britannica per i nostalgici degli anni ’90 e gli amanti dei cereali.
L’East End è conosciuto come il quartiere multiculturale di Londra, dove si respira un’atmosfera vivace ed elettrica. Brick Lane è la via principale, una strada brulicante di persone che invadono i negozi e gli innumerevoli locali di cucina etnica i cui profumi invadono il quartiere. La domenica, si tiene il famoso mercato vintage.
Immancabile uno spuntino a base di bagel alla Brick Lane Bakery, la fila può essere lunga, ma l’attesa si farà ripagare dalla bontà di questo street food.
Un altro posto dove avrei voluto pranzare e che è in lista per il futuro è Poppie's, locale che ricostruisce lo stile di un tipico negozio di fish and chips degli anni '50.
Poco distante da Brick Lane troviamo l’Old Spitalfields Market, aperto tutti i giorni, dove passeggiare tra chioschi e bancarelle alla ricerca di un souvenir.
Prendiamo la metro e ci dirigiamo a Camden Town, con il suo Camden Market, altro grande mercato dove perdersi per qualche ora alla ricerca di una borsa vintage, un libro o semplicemente fare uno spuntino in uno dei tanti chioschi che vendono street food.
Da Camden Town possiamo dirigerci verso est e a poca distanza vedremo la British Library, tappa obbligatoria per gli appassionati di libri. La biblioteca è enorme, ma è sufficiente fermarsi nella sala principale dove svetta la torre di vetro alta sei piani contenente The King's Library (la "Biblioteca del Re"), una raccolta di 65.000 volumi stampati, tra cui mappe e opuscoli, collezionati da Re Giorgio III tra il 1763 ed il 1820.
Sedetevi su uno dei divanetti con un caffé in mano, attorno il silenzio intervallato dal fruscio delle pagine, dalle dita che pigiano sui tasti e qualche sussurro tra studenti che si scambiano opinioni e annotazioni.
A pochi passi troviamo la famosissima King’s Cross Station, la stazione da cui partono i maghi e le streghe diretti a Hogwarts protagonisti dei romanzi di J.K. Rowling. All’interno si trova, infatti, un negozio a tema Harry Potter con al suo fianco il cartello che cita il celebre binario 9 3/4, dove vi è la possibilità per gli appassionati di farsi una foto nella tipica posa di chi sta spingendo il carrello all’interno del muro per arrivare alla stazione da cui parte l’Hogwarts Express.
La vicina St. Pancras station è meno celebre, ma bellissima con la sua facciata in mattoni rossi.
Da queste due stazioni partono treni che arrivano fino a Parigi, Bruxelles ed Edimburgo.
La Londra Reale e i musei
Una tappa a Londra non può prescindere da una visita a, se non a tutti, almeno ad alcuni dei luoghi legati alla Famiglia Reale. Potrete decidere di visitare Buckingham Palace, la bellissima Abbazia di Westminster e ammirare il Big Ben. Fermatevi sul Westminster Bridge e vedrete il London Eye, la celebre ruota panoramica, a poca distanza.
Per la Tower of London, luogo dove sono custoditi i gioielli della corona, dobbiamo spostarci nuovamente a est. Appena attraversato il famosissimo Tower Bridge, potremo visitare questa struttura con cortile che ospita diversi edifici e la cui storia è ricca di aneddoti e colpi di scena che i beefeater saranno ben felici di illustrarvi. I beefeater altro non sono che i guardiani della torre, riconoscibili nella loro uniforme rossa, il cui compito è ormai quello di intrattenere i turisti durante la visita. Il tour è compreso all’interno del biglietto e vi consiglio di non perderlo, è davvero un’esperienza unica.
Non sono un’amante dei musei. Al trascorrere un pomeriggio tra vetusti ammennicoli, quadri e artefatti provenienti da ogni luogo e tempo, preferisco trascorrere del tempo nei bar della città o passeggiando per le strade, ammirando le architetture, i volti dei passanti, respirando l’aria che cambia con l’arrivo della sera, con la pioggia, il sole, sentirmi cittadina di una città non mia. Nonostante ciò, ho rapidamente visitato la Tate Modern, uno dei Musei dedicati all’arte moderna e contemporanea più importanti del mondo, in cui trovano dimora opere di Kandinsky, Picasso, Matisse e Warhol (inoltre l’ingresso è gratuito) e il British Museum di cui ricordo senz’altro la Stele egizia di Rosetta.
Vicino alla Tate Modern, potrete vedere dall’esterno (o visitare eventualmente anche l’interno) il Shakespeare’s Globe, una fedele ricostruzione del Globe Theatre, lo storico teatro che ospitò la compagnia teatrale di William Shakespeare prima di essere demolito nel 1644.
Per uno spuntino vicino al British Museum, invece, consiglio la Museum Tavern di cui Karl Marx era regolare cliente.
Poco distante, troviamo la London Review of Books, una delle librerie più importanti e fornite della città, tappa immancabile di ogni bibliofilo che si rispetti.
Passeggiata tra pub, shopping e scorci della città
Abbiamo cominciato l’articolo visitando l’Est End londinese, ora passiamo al West End con Soho, il quartiere che non dorme mai e il celebre incrocio di Picadilly Circus, Trafalgar Square, Chinatown e Covent Garden. Il modo migliore per vivere l’atmosfera di questa zona è camminare per le vie brulicanti di persone a ogni ora del giorno e della notte, fermarsi in un pub a bere una pinta di birra, fare un salto nel grande magazzino Fortnum & Mason per comprare il famosissimo tè inglese e a Hamley’s, il negozio di giocattoli a 7 piani che farebbe tornare bambino qualsiasi adulto.
Ma ci sono alcune chicche che mi sento di consigliare:
A Carnaby, in Broadwick Street nel 1991 viene creato dalla comunità di Soho un murale intitolato “Lo Spirito di Soho” dedicato alle persone che fanno parte del quartiere. Il murale raffigura Sant'Anna che presiede i notabili locali, la gonna e le sottovesti mostrano la mappa di Soho, gli artigiani e le attrazioni di Londra. Sotto sono incorniciati i ritratti di molti personaggi famosi del quartiere.
Neal's Yard è un piccolo angolo nascosto nel quartiere di Covent Garden, precisamente tra Neal St. e Monmouth St. Questo cortile è circondato da case e negozietti colorati che creano un netto contrasto con gli edifici più cupi del resto della città. Sconosciuto ai più, sta diventando una meta sempre più gettonata per uno scatto instagrammabile da postare sul proprio profilo. Ed effettivamente è un angolo che sembra essersi teletrasportato dall’isola di Murano o dal Caminito di Buenos Aires e in cui vale la pena fare una tappa.
I locali di Mr. Fogg sono “a collection of adventurous cocktail bars transporting you back to the Victorian era”, ovvero una collezione di locali londinesi ispirati all’epoca vittoriana, disseminati in giro per la città e dedicati all’avventuroso Phileas J. Fogg, protagonista del Giro del Mondo in 80 giorni di Jules Verne. Oltre a poter provare cocktail particolari e sapori da tutto il mondo, i locali sono arredati squisitamente, ognuno con la propria personalità.
Io sono stata alla Mr. Fogg's Tavern in Covent Garden, gli altri locali si trovano in Liverpool Street, Mayfair e Fitzrovia.
Notting Hill è un quartiere situato nel distretto del Royal Borough of Kensington and Chelsea, nella parte occidentale della città. Area residenziale esclusiva, costellata di casette colorate e negozi, tra cui la celebre The Notting Hill Bookshop che ha ispirato la Travel Bookshop del celebre film con Hugh Grant e Julia Roberts, diventa protagonista del Portobello Market ogni venerdì e il sabato, con una versione ridotta attiva dal lunedì al giovedì. Questo mercato è attivo dall'800, anche se è diventato particolarmente famoso per i suoi oggetti d'antiquariato negli anni '50. Gli appassionati si ricorderanno la scena del mercato di Pomi d'ottone e manici di scopa, film con Angela Lansbury e David Tomlinson.
Quartiere situato a circa 10 km a sud della città, Greenwich è nota per la sua storia marittima e per aver dato il nome al meridiano e al fuso orario.
Tra i luoghi d'interesse troviamo il Cutty Sark, la famosa nave inglese che faceva rotta per l'India per il commercio della lana e del tè e l'Old Royal Naval College alle cui spalle si trova il National Maritime Museum, ospitato in una serie di edifici attorno alla Queen's House, una residenza reale inglese che è diventata museo.
A sud di questo edificio, si trova il Parco di Greenwich, un terreno collinoso alla cui sommità si trova l'Osservatorio reale (noto perché vi passa il meridiano).
Ma non solo attrazioni culturali, è a Greenwich che si trova Goddard's, uno dei locali più antichi e rinomati dove assaggiare il piatto principe della cucina inglese: il pie and mash, pasticcio (pie) a base di carne e purè di patate (mash), comunemente servito insieme ad una salsa verde a base di prezzemolo, tradizionalmente fatta con l'acqua di preparazione delle anguille in umido. Inizialmente, infatti, le pies erano ripiene non di carne macinata, ma di anguille del Tamigi, sostituite poi dalla carne perché troppo costose (ad oggi il pie and mash è a base di carne, anche se esistono delle varianti vegetariane).
Questo locale a conduzione famigliare è in attività dal 1890, l'atmosfera è casalinga ed accogliente, il posto perfetto dove assagiare questo piatto cardine della cucina inglese.
Il posto più sorprendente ed inaspettato che ho avuto modo di visitare a Londra è stato sicuramente lo Shri Swaminarayan Mandir, noto anche come Tempio di Neasden, uno dei sette templi induisti di Londra, nonché il più grande tempio induista del mondo al di fuori dell'India.
La sua costruzione, realizzata interamente a mano con tecniche antiche seguendo i dettami dell'Induismo, ha richiesto l'utilizzo di oltre ventimila blocchi di marmo, dapprima spediti in India per essere scolpiti a mano e successivamente inviati a Londra per l'assemblaggio.
La struttura è di un candore lucente, i marmi riflettono i pochi raggi di sole che sfuggono alla coltre di nubi per creare un contrasto ipnotico.
L'interno è magnifico, ma non è purtroppo possibile scattare foto, mentre l'esterno cattura lo sguardo, intrappolato tra i ghirigori e i dettagli del marmo che sembra uscito da un luogo così distante dalla capitale inglese.
Ogni viaggio è costituito da dettagli, più di quanti ne possiamo immaginare. E sono i dettagli a farci ricordare i viaggi: un panino mangiato per strada, un tramonto per caso, due chiacchiere in metro possono essere più indelebili di qualsiasi quadro, museo, chiesa o palazzo.
Questo libro l’ho comprato da Daunt Books, una libreria indipendente di Marylebone. Ho visto questa copia di Ariel con in copertina una foto di Sylvia Plath in cui sembra felice, con una fascia tra i capelli, un sorriso a curvarle le gote, le mani in tasca come se fosse incurante di quel momento, incurante ma felice.
Volevo cercare la casa dove visse per un periodo. Sbagliai strada e non feci quella foto super-instagrammabile di me col libro alzato e la casa sullo sfondo. In compenso, trovai per caso la casa dove per un periodo visse Virginia Woolf.
Sono dettagli, ma comincio a credere che sia di dettagli che si vive, se si vive.
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SMM and Content Creator, part-time mermaid, hopeless writer
Lover of whales, anatomical hearts and Sylvia Plath
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